Pubblichiamo una sintesi di un articolo di stampa specializzata con importanti novità sul Green Pass e la tempistica scelta dal Governo per una sua costante disapplicazione.
Da venerdì 1° aprile il green pass non sarà più necessario per andare dal parrucchiere, in banca, negli uffici pubblici.
Stop al certificato verde – finora rafforzato – sui mezzi, nei ristoranti all’aperto, nei musei, in centri termali e culturali.
Resta invece il green pass base per accedere ai luoghi di lavoro. Tutto questo fino al 30 aprile: dal 1° maggio l’addio al Qr code che attesta il vaccino, la guarigione o il tampone negativo anti-Covid sarà definitivo per tutti, anche sui luoghi di lavoro.
L’uscita di scena del green pass sarà graduale. Fino al 30 aprile resta ancora obbligatorio quello rafforzato (ottenuto cioè con il ciclo vaccinale completo o con la guarigione) per una serie di attività al chiuso, dal ristorante alle piscine, dai convegni alle discoteche.
Basterà invece il green pass base (ottenuto anche con un tampone negativo nelle ultime 72 ore se molecolare o 48 ore se antigenico) per accedere a mense, concorsi pubblici, eventi sportivi all’aperto, aerei, navi, traghetti e treni.
Servirà ancora fino al 31 dicembre il green pass “super-rafforzato” – ottenuto con dose di richiamo obbligatoria o con tampone in aggiunta al green pass rafforzato – per l’accesso dei visitatori nelle Rsa e nei reparti di degenza degli ospedali.
Il decreto 24/2022 segna anche una graduale uscita dagli obblighi vaccinali previsti per alcune categorie di lavoratori e per i cittadini ultracinquantenni.
L’ obbligo del vaccino anti-Covid resta fino al 31 dicembre 2022 per il personale sanitario e delle Rsa, e fino al 15 giugno per il personale docente ed educativo delle scuole, come requisito essenziale per lavorare.
C’è però una novità: gli insegnanti no vax non saranno sospesi dal servizio, ma dovranno essere adibiti ad attività di supporto alla scuola.
Il personale scolastico e universitario, del comparto difesa e sicurezza, della polizia penitenziaria, deve comunque completare il ciclo vaccinale con la dose booster entro il 15 giugno 2022.
Per chi ha più di 50 anni, resta l’obbligo del vaccino anti Covid fino al 15 giugno, ma con un allentamento.
I lavoratori in questa fascia di età del settore pubblico e del privato, possono presentarsi al lavoro, dal 25 marzo (data di entrata in vigore del Dl 24/2022), con il green pass base, cioè anche solo facendo un tampone ogni 48 ore. Si torna indietro, quindi, rispetto alla stretta stabilita a gennaio con il Dl 1/2022, che aveva introdotto l’obbligo del vaccino per gli over 50 e quindi del green pass rafforzato per lavorare.
Resta comunque in vigore la sospensione dal lavoro senza retribuzione per tutti i lavoratori senza il green pass, che nelle aziende private potranno essere sostituiti fino al 30 aprile. Chi accede alla propria sede di lavoro senza la certificazione verde, rischia sempre la sanzione da 600 a 1.500 euro, sempre fino al 30 aprile (oltre a eventuali sanzioni disciplinari decise dal datore di lavoro).
Dal 1° aprile, andrà in quarantena solo chi è contagiato dal Covid. I contatti stretti di un positivo, che fino a oggi potevano applicare l’autosorveglianza solo se protetti dal booster o guariti/ vaccinati da meno di 120 giorni, ora applicheranno tutti l’autosorveglianza per 10 giorni, con la necessità di indossare la mascherina Ffp2 al chiuso e di fare il tampone dopo 5 giorni (o prima se compaiono i sintomi).
La mascherina resta obbligatoria al chiuso fino al 30 aprile, escluse le abitazioni private, quando non sia possibile mantenere il distanziamento. Al lavoro basterà la mascherina chirurgica. Mentre la Ffp2 resta obbligatoria sui mezzi di trasporto, funivie chiuse, cinema, teatri e competizioni sportive.
Lo smart working potrà essere applicato fino al 30 giugno senza stipulare gli accordi individuali con i lavoratori. «Il rinvio può essere utile – spiega il giuslavorista Attilio Pavone, head of Italy di Norton Rose Fulbright – ma è comunque opportuno che le aziende regolino i punti base dello smart working negli accordi, nell’interesse del lavoratore e dell’azienda. La legge 81/2017 sul lavoro agile – continua- è un ottimo strumento e va sfruttata».
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